La domanda che mi viene rivolta tutte le volte che spiego di lavorare come ghostwriter è quasi sempre la stessa. Ah, sei una copywriter? Ehm, no. Non è la stessa cosa, ma se fossi del tutto sincera ti direi che, in fondo, sono entrambe le cose, una ghostwriter e una copywriter, a seconda del cliente.
C’è un po’ di confusione in giro, su questo non ci piove. Ma qual è esattamente la differenza tra i due mestieri? Sebbene ghostwriter e copywriter siano due concetti distinti, in alcuni casi possono sovrapporsi.
Cos’è un ghostwriter?
Il termine ghostwriter viene dall’inglese, e può essere tradotto in italiano come “scrittore ombra” o “scrittore fantasma”. Insomma, per dirla breve uno che fa il lavoro, intasca il bottino e si dissolve nel nulla (più o meno).
Il ghostwriter viene assunto per scrivere opere d’ingegno, quasi sempre romanzi o articoli di giornale, che nell’atto della pubblicazione vengono attribuite a un’altra persona, tipicamente il committente. Il ghostwriter può scrivere anche altri tipi di testi, per esempio lo speech di una conferenza stampa o una canzone, ma per definizione perde completamente la paternità dell’opera. I ghostwriter non sono quasi mai famosi, per ovvi motivi, ma sono estremamente richiesti, soprattutto negli Stati Uniti. Basti pensare che James Patterson, autore di thriller prolifico e apprezzato dal pubblico, si serve di una squadra di ghostwriter per pubblicare oltre una dozzina di titoli l’anno (wow!).
Non bisogna essere per forza James Patterson per ricorrere a un ghostwriter. Chiunque può farlo perché non conosce la materia, perché desidera un punto di vista differente o per mancanza di tempo, di voglia o di disciplina.
Cos’è un copywriter?
Quella del copywriter è una figura ben più conosciuta in Italia (o forse è il termine copywriter ad aver avuto più fortuna?). Anche il copywriter scrive per conto di altri, ma 1) non è necessariamente un creativo; e 2) la paternità dell’opera, sia essa specificata o meno, non è così rilevante. Il copywriter lavora spesso nel marketing e produce i contenuti di un sito web, descrizioni di prodotto oppure testi commerciali. Insomma, il copywriter si rivolge in tutti i casi a clienti potenziali o già esistenti, scrivendo quasi sempre a nome di un brand. Questo non significa che i testi del copywriter siano privi di genio e creatività: anche nel marketing, non solo nella fiction, la creatività è importante – e non significa neanche che siano privi di firma: possono essere accreditati a chiunque rappresenti il brand, indifferentemente, ma il loro scopo resta sempre quello: commerciale, anche indirettamente parlando.
Qual è la differenza tra copywriter e ghostwriter?
Spiegherò la differenza tra i due mestieri della scrittura prendendo a esempio l’ambito dove i due concetti tendono più a sovrapporsi: il blogging per commissione. Scrivere gli articoli del blog di qualcun’altro è ghostwriting o copywriting? Dipende. Se il blog ha finalità commerciali e i suoi contenuti sono un veicolo per monetizzare (per esempio con l’affiliate marketing), il nome dell’autore di un determinato articolo non è rilevante. Potrebbe esserci scritto “Pinco Pallo” così come “Redazione”, e non farebbe nessuna differenza. Se il blog appartiene invece a un personaggio, famoso o meno, o a un brand che lo usa per fare dichiarazioni importanti, e il suo contenuto modella e influenza l’immagine degli stessi, allora potrebbe trattarsi di ghostwriting. Come avete capito i confini sono labili, e i due concetti possono facilmente sovrapporsi, soprattutto nel blogging.
Spesso un copywriter vale l’altro, basta che sappia scrivere, mentre per un ghostwriter si tende a compiere una selezione più scrupolosa, avendo cura di scegliere un candidato che sappia riprodurre in maniera credibile lo stile del committente.
Cos’hanno in comune il ghostwriter e il copywriter?
Sia il ghostwriter che il copywriter (quest’ultimo nella maggior parte dei casi) non ricevono alcun credito per il duro lavoro svolto. Davvero? Macché! Vengono pagati, perché questo è il loro mestiere. Il ghostwriter che non desidera firmare quello che ha scritto, è un ghostwriter coerente con se stesso e fiero del suo mestiere – altrimenti sarebbe un autore, il che è ben diverso. Compatire questo mestiere perché “il tuo nome non compare” non ha alcun senso. Dopotutto, chi vieta di pubblicare con il proprio nome? Molti scrittori si servono del ghostwriting e del copywriting per sostenere nel contempo la propria carriera di autori, con il proprio nome o con uno pseudonimo.
Infine, nulla vieta di essere allo stesso tempo autore, ghostwriter e copywriter (in una parola grafomani!). Tre mestieri che come abbiamo visto, sono diversi tra loro. Ma non incompatibili.