Se qualcuno mi chiedesse “Eddy, come si scrive una canzone?” io non saprei bene cosa rispondere. Se non avessi deciso di scrivere questo articolo, che mi ha costretto a ragionare sull’argomento e trovare una risposta, probabilmente non ne avrei mai avuto una.
Normalmente siamo portati a pensare che il requisito più importante per scrivere una canzone sia conoscere la musica, o almeno avere delle basi in tale campo.
Ma non è vero: anche una persona che non ha mai studiato musica può scrivere una canzone. Questa risposta si applica anche ad altri tipi di arte. Pensate al disegno. Un bambino che non padroneggia alcuna tecnica può disegnare sul foglio la sua casetta, e il risultato sarà la sua personale rappresentazione del soggetto. Come chiunque possieda il senso della vista può disegnare, chiunque possieda il senso dell’udito può scrivere una canzone. Il che, ci porta alla prima domanda…
Perché scrivere una canzone?
L’unica cosa che davvero non può mancare quando si vuole realizzare un’opera d’arte è un bisogno. Se non hai il bisogno di esprimere un emozione che senti, sia essa gioia, dolore, disagio, sollievo, tristezza o qualsiasi altra emozione possibile, allora difficilmente avrai la spinta per realizzare un’opera d’arte, nel nostro caso una canzone. Il bambino che disegna la sua casetta sul foglio sta probabilmente esprimendo l’affetto per la sua famiglia, o la nostalgia di casa sua, o semplicemente la felicità che il pensiero di casa sua gli suscita.
L’arte è bisogno.
Scrivere musica può avere anche un effetto terapeutico. Le parole che sceglierete potranno essere uno strumento di conoscenza di voi stessi e svelarvi una parte di voi che non conoscevate. O potranno essere un promemoria di qualcosa che ritenete importante tenere a mente negli anni a venire. O semplicemente saranno la rappresentazione di un momento della vostra vita che volete fotografare, così da poterlo sempre rivivere quando vorrete.
In questa guida vi spiegherò passo passo come scrivere una canzone di qualsiasi genere, partendo dall’idea e proseguendo con la struttura. Portandovi alcune canzoni come esempio – quelle che conosco meglio – e vi spiegherò come costruire la struttura del vostro brano.
1° Fase: L’idea
Partiamo dalle basi. Da cosa si inizia? Dal testo o dalla musica? O forse dal ritmo?Non c’è una risposta definitiva a questa domanda. Ognuno ha il proprio metodo. O meglio: ogni canzone ha la sua storia.
Di solito gli autori procedono seguendo un proprio ordine di scrittura, che hanno acquisito e perfezionato negli anni, sin da quando scrivevano i loro primi accordi di piano o intonavano le loro prime linee melodiche – c’è chi scrive prima il testo, come una poesia, e chi invece lavora prima sulla musica.
Eppure, proprio per via di quel bisogno di cui abbiamo già parlato, ogni canzone ha il suo modo di venir fuori, e quello che un buon autore deve saper fare è assecondarne la nascita.
Se il bisogno espressivo che senti dentro è facilmente descrivibile a parole, allora probabilmente avrai qualche verso scritto sulla tua agenda, cartacea o digitale che sia. Metterlo in musica può non essere semplice. Un metodo infallibile per intessere una melodia su un verso poetico è leggerlo, e durante la lettura soffermarsi sulle note che produciamo. In questo modo la melodia verrà impostata su un registro per voi spontaneo, perché è proprio il vostro registro parlato.
Vediamo un esempio.
“Se fossi più saggio io ti direi
che la poesia è il nettare della vita”
Provate ad intonare questi versi. Che melodia ottenete?
A me è uscita questa:
Se invece avete concepito una melodia che non riuscite a togliervi dalla testa, vi serve un testo. Anche in questo caso il mio consiglio è seguire il flusso dei pensieri in maniera spontanea. Provate ad intonare la melodia con le prime parole che vi vengono in mente in quel momento. Probabilmente i versi che produrrete saranno collegati con le sensazioni che quella melodia vi procura. In questo modo starete assecondando la nascita della vostra canzone.
È mio dovere comunque ricordare che una canzone non deve per forza avere un testo. Ci sono brani leggendari in cui non una parola viene pronunciata, ma la cui melodia ci suscita delle immagini talmente forti e chiare che le parole sarebbero superflue, se non proprio dannose. Per esempio il famoso standard jazz Take Five di Paul Desmond.
2° Fase: La struttura
Ora che avete intonato i primi versi, dovete capire quale struttura dare alla vostra canzone. La musica occidentale ha sviluppato alcuni patterns che ormai caratterizzano quasi tutte le canzoni che sentiamo in radio, in TV e sui music provider che utilizziamo tutti i giorni. Per evitare di uscire dal tema dell’articolo ci concentreremo su questi schemi.
Vediamo degli esempi pratici delle diverse strutture che una canzone può avere.
Disclaimer: la maggior parte dei brani che proporrò – per esempio, elencando le strutture possibili – sono brani composti da me. Il motivo di questa scelta è funzionale alla qualità dell’articolo stesso. Essendo brani miei, conosco bene il motivo delle scelte compositive e ne posso parlare con cognizione di causa.
Struttura canzone n. 1

La strofa è la parte più “verbosa”, quella più densa di testo, che ha in genere la funzione di argomentare il messaggio che viene veicolato dalla canzone. Il ritornello di solito costituisce il cuore del messaggio, ed è spesso più sintetico della strofa.
Esempio: Yeah – Dedalo
Struttura canzone n.2

L’aggiunta dell’intro è un valore aggiunto alla canzone. La sua funzione è trasportare dolcemente l’ascoltatore nell’atmosfera del brano, alimentando la sua curiosità e la sua motivazione ad ascoltare il resto. A seconda del genere musicale in cui un brano si inserisce, la durata dell’intro può variare notevolmente. Nel caso del pop odierno difficilmente supera i 20 secondi di durata.
Nel seguente brano, scritto da me, la seconda strofa è strumentale. È una particolarità dettata dal fatto che il testo aveva raggiunto la sua completezza con una sola strofa, e sarebbe stata una forzatura aggiungerne un’altra. La melodia vocale però non viene interrotta, viene riprodotta dal violino, perciò la canzone riesce a mantenere una certa continuità.
Esempio: Sarah – Dedalo
Struttura canzone n. 3

All’opposto dell’intro, l’outro accompagna invece l’ascoltatore alla fine della canzone. La presenza dell’outro e dell’intro insieme creano una sorta di sigillo inizio – fine, che dà un senso di completezza e solidità alla canzone.
In questa traccia, scritta dal duo Soul di cui faccio parte, l’intro e l’outro quasi si equivalgono, sono entrambi performati da un pianoforte e hanno gli stessi accordi e hanno, appunto, la funzione di dare un’apertura e una chiusura chiara e inconfondibile alla traccia.
È poi presente un nuovo elemento, il ponte. Il ponte, per definizione, serve ad unire le due “sponde” della canzone, cioè la strofa e il ritornello. In realtà il ponte si può considerare parte integrante della strofa stessa; infatti si differenzia dal resto della strofa per un cambio, melodico o ritmico che sia, che ci comunica che qualcosa sta per succedere, in questo caso sta per iniziare il ritornello.
Esempio: Living Together – MoonFoongo
Struttura canzone n. 4

Questa struttura, più complessa delle altre, vede l’aggiunta del tema. È una melodia facilmente memorizzabile e cantabile, spesso performata da uno strumento solista (fiato, arco, chitarra etc.) oppure da una voce. L’elemento del tema proviene dalla tradizione Blues e Jazz (pensiamo ai famosissimi temi di canzoni come Ornithology di Charlie Parker, o di A night in Tunisia di Dizzy Gillespie), ma è praticata ancora oggi nel pop (Guarda The Giornalisti, The Kolors).
Ha la funzione di “vice-ritornello”, perché è un elemento che ritorna ed è spesso parte integrante del ritornello stesso. Nei concerti è quella melodia che la folla canta a gran voce all’unisono con la loro band del cuore.
Esempio: Mare Bianco – MoonFoongo
Struttura canzone n. 5

L’Assolo (o in inglese solo) è un elemento spesso associato alla tradizione Rock, ma in realtà viene anch’esso dal Blues e dal Jazz. È ormai considerato una specie di orpello anacronistico, ma talvolta i produttori si concedono il rischio di inserirlo anche nei brani pop.
Spesso, quando queste canzoni vengono trasmesse in radio, l’assolo è una delle parti che vengono tagliate dagli speakers, insieme all’intro e all’outro.
Esempio: A metà – MoonFoongo feat. Goodmess
Questi 5 casi appena mostrati sono solo alcuni esempi di come può essere strutturata una canzone. Bisogna sempre tenere a mente che una canzone viene da un bisogno di esprimersi, e che quindi deve essere al servizio di tale esigenza.
Le prossime canzoni che prenderò ad esempio presentano delle strutture molto peculiari, e nonostante ciò sono brani di enorme successo.
Struttura canzone n. 6
Un elemento della sintassi pop che non si può non menzionare è lo special. Lo special costituisce uno stacco netto da tutte le altre parti della canzone. La sua funzione è quella di operare un cambio improvviso rispetto al resto della struttura, che riaccenda l’interesse e ci spinga a proseguire nell’ascolto. Lo special è di solito anche un momento molto concitato, con dinamiche intense, decise, come quello che caratterizza la traccia qui sotto.
Esempio: I’m Fine – Dedalo

Altre strutture meno popolari
Ci sono casi unici, o almeno molto rari, come quello di Little Wing, di Jimi Hendrix, in cui alla canzone manca un vero e proprio ritornello. Il brano ha poi la particolarità di essere costruita su una sequenza di accordi che si ripete per quattro sezioni. Una struttura simile ce l’ha anche un’altra canzone di Hendrix, Hey Joe.

3° Fase: Il testo di una canzone
Come si scrive il testo di una canzone? Esattamente come non c’è una regola su come comporre una canzone, non c’è neanche una regola su come scrivere un testo. Ogni artista ha il suo metodo sperimentato e comprovato. Spesso il bisogno è talmente forte che le parole escono da sole, proprio perché non si riesce più a tenerle dentro. Sono loro a voler uscire. Se la vostra condizione corrisponde a questa descrizione, allora avete solo bisogno di prendervi un attimo per voi, stando lontano da tutte le distrazioni, per acchiappare quelle parole che vi ronzano in testa come mosche e che non accennano a poggiarsi, almeno finché non sarete voi stessi a fermarvi.
Se questo non funziona, allora il mio consiglio è: scrivete e basta.
Prendete carta e penna e lasciate fluire i pensieri, accompagnandoli lungo la strada che va dalla testa alla penna. Probabilmente otterrete un testo simile al flusso di coscienza che il grande scrittore irlandese James Joyce ha provato a rappresentare nel suo capolavoro Ulysses. Quando andrete a rileggere quello che avete scritto resterete sorpresi voi stessi del risultato. Provate adesso a cantare quello che avete scritto, usando la stessa tecnica descritta qui sopra, nel secondo paragrafo di questa guida.
Conclusioni
Questo articolo non ha l’ambizione di essere esaustivo o definitivo. La musica è potenzialmente infinita, ogni giorno nascono nuovi artisti, nuovi generi, nuove idee, che danno il loro contributo all’immenso panorama musicale globale, costantemente in evoluzione.
Se finalmente riuscirete a scrivere la vostra canzone, ricordatevi sempre che, per quanto possa non diventare mai famosa e, magari, ricevere dei feedback negativi che non ne riconoscono il valore, avrà comunque assolto il suo compito nei vostri confronti: dare una voce alla vostra fame d’arte.
Buona fortuna!
Dedalo
PS. Se hai bisogno di un consulente musicale, un ghostwriter o un musicista esperto, contattami tramite i link che trovi qui sotto.

Dedalo
Moon Foongo
Teniamoci in contatto!