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Cos’è un editor? Intervista a una professionista

Le professioni legate alla scrittura sono tante, dal ghostwriter allo sceneggiatore, dal correttore di bozze (che ormai verrà sostituito dall’AI trainer) al SEO copywriter. Oggi ci occuperemo della professione dell’editor, che ultimamente sta acquistando crescente popolarità anche tra le schiere dei freelance. Cos’è esattamente un editor e di cosa si occupa? Andiamo a chiederlo direttamente a Patrizia Carrozza, editor professionista. Se vuoi intraprendere questa strada, continua a leggere: in questa intervista, Patrizia ha in serbo preziosi consigli anche per te. 

Intervista a Patrizia Carrozza, editor professionista 

Eleonora: Ciao Patrizia! Cominciamo col mettere le cose in chiaro: cos’è esattamente un editor? In cosa consiste il tuo lavoro?

Patrizia: L’editor freelance è quella figura professionale che si è formata in narratologia e sa come portare una storia a esprimere il suo massimo potenziale. Un editor è un po’ come un personal trainer. Allena l’autore e il suo testo, facendolo ragionare sulle cose che non funzionano e quelle che invece rappresentano punti di forza. Passa in rassegna trama, scompone e analizza le sottotrame, la forza delle scene, la costruzione dei personaggi, il ritmo e l’ambientazione, la tenuta e la coerenza del world building, l’efficacia dei dialoghi, la capacità di emozionare, stile e voce dell’autore. Quindi come editor, affianco sia gli autori self sia gli autori in cerca di editore affinché la loro storia possa avere maggior possibilità di essere scelta, dai lettori e dalle case editrici. Per gli autori in cerca di casa editrice faccio da consulente editoriale per capire posizionamento e CE potenzialmente interessate. Capita anche di essere incaricata da case editrici per lavorare con un autore per revisionare un testo già scelto per la pubblicazione. Sono lettrice editoriale per premi letterari, una casa editrice e una agenzia letteraria, sono redattrice per la libreria self del Salone del Libro di Torino: valuto manoscritti e redigo la relativa scheda.

E: Raccontaci un po’ di te, del tuo percorso di studi e di come sei approdata a questa professione. Insomma, come si diventa un editor

P: Ho lavorato con passione e dedizione per vent’anni come dirigente in azienda e questo mi ha consentito di allenare l’occhio al peso delle parole e sviluppare la capacità di lavorare per progetti. Ma sono da sempre una lettrice onnivora appassionata del mondo editoriale. Mi incuriosiva andare oltre la pagina, sbirciare il dietro le quinte: ho iniziato con il top, Apnea – scuola di lettura e editing, il corso di Francesca de Lena. Poi un corso tira l’altro, e la sindrome dell’impostore ha fatto il resto: mi sono preparata per anni con i migliori editor e insegnanti di scrittura creativa in Italia: Francesca de Lena, Michele Vaccari, Giulio Mozzi, Barbara Fiorio, Claudia Tarolo, Luca Briasco, solo per citarne alcuni. Mi sono buttata, ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare su romanzi e con gli autori. E ho deciso che questo era ciò che volevo fare per il resto della vita. Ho abbandonato la
mia carriera precedente e sono diventata editor a tempo pieno. È il mio Ikigai. E per questo sono grata tutti i giorni.

E: Quale consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua stessa strada

R: Di investire su sé stessi, studiare. E non limitarsi a un solo corso perché è bene essere esposti a più approcci, più metodi, più punti di vista. Anche per creare una rete di contatti. E frequentare le manifestazioni letterarie, conoscere le case editrici, i generi e i trend del mercato editoriale. E non svendersi.

E: Poni il caso che io abbia appena terminato di scrivere il mio manoscritto, e volessi tentare la strada della pubblicazione senza sottoporre la mia opera al giudizio di un editor professionista – che ritengo del tutto superfluo. Come mi convinceresti del contrario?

P: In Italia ci sono più scrittori che lettori. Il mercato editoriale è praticamente saturo. Presentare un manoscritto, pur con potenziale, a lettori o editori senza che sia revisionato da un professionista, vuol dire far passare avanti qualcun altro. Più il testo è curato, più è “pronto”, più avrai possibilità di essere scelto, dal pubblico dei lettori o da un editor di casa editrice. E sono proprio felice di poter dire che tutti gli autori con cui ho lavorato hanno trovato una casa editrice.

E: Com’è la tua giornata tipo?

P: Non ne ho una. Dipende davvero dai progetti che seguo. Diciamo che cerco di pianificare su base quotidiana le varie attività: incontro con l’autore, lavoro sul testo, consulenza, risposte mail, presenza sui social media, preventivazione. Il
fatto di aver lavorato in azienda mi aiuta moltissimo nella capacità di gestire l’agenda.

E: Che genere letterario ti ispira di più?

P: Mi pia… No anzi… Aspetta… Oddio devo proprio scegliere? Se proprio proprio devo scegliere, pistola alla tempia, ti direi giallo/noir e fantasy. Ma perché sono cresciuta a pane e Nancy Drew, e il fantasy invece è arrivato scoprendo le case editrici specializzate che si sono affacciate negli ultimi anni. Io amo scoprire nuove case editrici indipendenti. Quindi c’è anche la componente personale del piacere di leggere.

E: Credi che nel tuo mestiere siano utili i programmi per autori, l’Intelligenza Artificiale o gli altri tool per la scrittura?

P: Fortunatamente l’editing non si esaurisce con una funzionalità di un software o un programma. Mi sto approcciando ora a un corso che integra IA ed editing. Perché se alcune operazioni a minor valore aggiunto riesco a farle con un tool, posso liberare testa e tempo per dedicarmi ad attività che non possono essere automatizzate e nelle quali l’esperienza, l’occhio umano e l’empatia sono essenziali.

E: Di cosa ti stai occupando al momento?

P: Ho appena consegnato una scheda di valutazione su un romanzo mainstream, sto chiudendo la revisione di un fantasy che l’autore deve presentare a una casa editrice appena apre la finestra di invio dei manoscritti, l’editing strutturale di un giallo e sto seguendo un’autrice nella progettazione di un noir.

Grazie Patrizia! Se avete altre domande sul mestiere dell’editor, scrivetele pure nei commenti.

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